Bce: Minenna, 'banche centrali verso revisione obiettivo inflazione del 2%' (2)
lunedì 20 maggio 2019
(AdnKronos) - La scelta del valore del 2%, sottolinea, "nasce negli anni ‘90 da ragioni non proprio intuitive: in realtà le banche centrali puntando al 2% stavano sostanzialmente perseguendo un obiettivo di stabilità monetaria, cioè una crescita dei prezzi poco al di sopra dello 0%, minimizzando allo stesso tempo le possibilità di cadere in deflazione. Infatti, per costruzione, gli indici di inflazione tendono a sovrastimare le variazioni effettive dei prezzi, mentre storicamente l’inflazione nel medio periodo (in 18 mesi circa) tende a fluttuare all’interno di un intervallo di 2 punti percentuali. Quindi nelle intenzioni originarie dei policy makers il 2% sarebbe dovuto essere il valore più basso compatibile con la necessità di evitare il rischio di una deflazione inattesa".Un certo grado di indeterminatezza sulle modalità di raggiungimento di questa soglia, rileva, "c’è sempre stato, probabilmente voluto per aumentare la flessibilità operativa delle banche centrali. Nel tempo si è consolidata l’interpretazione di un conseguimento tendenziale nel medio periodo, ma solo nel 2016 la Fed, e a ruota nelle ultime settimane la Bce, hanno specificato che l’obiettivo va inteso come simmetrico, cioè raggiungibile anche partendo da tassi di inflazione più elevati, seppure convergenti al 2%".Questi lievi aggiustamenti di tiro, aggiunge, "sembrano preludere a una ridefinizione dell’obiettivo in senso più lasco; negli Usa c’è un esplicito dibattito intorno al concetto di raggiungimento in media, tale per cui anche periodi prolungati di inflazione al di sopra del 2% sarebbero accettabili se andassero a compensare periodi con una bassa crescita dei prezzi. Parrebbe nel complesso una modalità per elevare la tolleranza all’inflazione delle banche centrali senza modificarne esplicitamente l’obiettivo".
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