Animali: in 35 anni addio al 30% degli orsi polari

martedì 26 febbraio 2019
Roma, 26 feb. (AdnKronos Salute) - Il cambiamento climatico aumenta il rischio di estinzione per le specie e tra le più minacciate c'è l'orso polare. Oggi la popolazione è stimata tra 22.000 e 31.000 esemplari, il 60% dei quali si trova in Canada. Alcuni studi, basandosi sul trend di fusione dei ghiacci polari e sulla drammatica scomparsa dell'habitat idoneo e delle sue risorse, stimano che entro i prossimi 35 anni rischiamo di perdere il 30% della popolazione di orso polare esistente. Alla specie è dedicato il 27 febbraio, Giornata mondiale dell'orso polare.Il periodo più importante per l'alimentazione degli orsi polari è la stagione estiva, quando questi animali devono mangiare grandi quantità di grasso di foca, accumulando le riserve per i mesi più freddi e difficili. Ma il riscaldamento del pianeta sta portando alla riduzione dei ghiacci marini estivi, riducendo l'habitat di caccia della specie. Se il riscaldamento del pianeta continuerà a questa velocità, già nel 2040 per l'orso polare potrebbe non esserci più ghiaccio marino estivo. Insomma, le banchise polari si stanno assottigliando e gli orsi non riescono più a cacciare foche per nutrirsi. La scomparsa dell'habitat e la possibilità di trovare cibo portano questo predatore ad avvicinarsi ai centri abitati dall'uomo, mettendo a rischio la sua vita e la sicurezza delle comunità. In Russia, alcuni giorni fa, circa 50 orsi polari hanno invaso la città di Belushya Guba, nell'arcipelago di Novaya Zemlya (regione Artica), costringendo le autorità locali a dichiarare lo stato di emergenza. Il cambiamento climatico quindi non aumenta solo il rischio di estinzione per le specie, ma anche i possibili conflitti tra fauna selvatica e uomo. Nel 2007 sono stati registrati 9 conflitti fra orso e uomini in Groenlandia, mentre tra agosto e dicembre 2017 ce ne sono stati 21 solo a Ittoqqortoormiit. Questo si ripete anche in Alaska, Canada, Norvegia e Russia. Per tutte queste ragioni, dal 2006, sono al lavoro le Pattuglie a tutela dell'orso polare, squadre che in Alaska, Canada, Groenlandia e Russia cercano di limitare i danni, tutelando la specie. La Giornata mondiale di domani è per il Wwf anche l'occasione di raccontare e valorizzare il lavoro di queste squadre che aiutano orsi polari ed esseri umani a vivere in spazi sempre più vicini, garantendo la sicurezza e la sopravvivenza di entrambi. La prima 'pattuglia' è stata inviata nel 2006 a Chukotka, in Russia nord-orientale, dove si occupava di allontanare gli animali che creavano problemi, senza però sparare per fermarli. Da allora, e ancora oggi, quando la pattuglia incontra un orso vicino a una comunità cerca per prima cosa di allontanarlo con il rumore di spari a vuoto. "Si devono trovare soluzioni pacifiche alla presenza di orsi vicino agli insediamenti umani, lasciando l'abbattimento solo ai casi estremi di difesa personale - spiega Isabella Pratesi, direttore conservazione del Wwf Italia - Le soluzioni possono essere la messa in sicurezza delle risorse di facile accesso, come rifiuti organici che attirano gli orsi, e lo sviluppo di tecniche di dissuasione nei casi specifici di orsi che frequentano assiduamente i luoghi abitati".In Groenlandia il Wwf sta lavorando per rendere i villaggi abitati meno attraenti per gli orsi, attirati soprattutto dal cibo. Nella discarica di Ittoqqortoormiit sono stati attivati sensori termici e a infrarossi che rilevano la presenza di diverse specie e inviano avvisi al cellulare di uno dei membri della pattuglia. La conoscenza sull'ecologia degli orsi polari, però, è ancora insufficiente e servono ulteriori informazioni sulle popolazioni, i loro movimenti e sulla loro dieta. Saranno i progressi tecnologici a giocare un ruolo chiave: ad esempio le indagini genetiche condotte a partire dalle orme lasciate dagli orsi sulla neve, insieme con il loro Dna. A questo si aggiunge la comunicazione alle popolazioni locali sui corretti comportamenti da tenere in aree frequentate dall'orso bianco.
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