Migranti: no Mattarella a leggi solo se palesemente incostituzionali/Adnkronos
giovedì 3 gennaio 2019
Roma, 3 gen. (AdnKronos) (di Sergio Amici) - Sono stati due gli interventi del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, prima dell'entrata in vigore del decreto legge sicurezza, ora al centro della polemica tra alcuni sindaci e il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che nel replicare ai primi cittadini li ha accusati di "incoerenza", perchè "hanno applaudito il discorso" di fine anno del Capo dello Stato "e contestano un decreto firmato e promulgato dallo stesso Presidente della Repubblica". In realtà, il 4 ottobre scorso Mattarella, dopo un lungo confronto tra gli uffici del Quirinale e del Viminale nella fase di elaborazione del provvedimento, emanò il decreto legge, accompagnando la firma con l'invio di una lettera al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per ricordare la necessità di rispettare "gli obblighi costituzionali ed internazionali dello Stato". Quindi, dopo la conversione in legge, il 1 dicembre scorso arrivò la promulgazione del testo ora in vigore, in quanto il Capo dello Stato non ravvisò quegli "evidenti profili di illegittimità costituzionale" che possono giustificare un rinvio alle Camere di una legge. Che in questo caso poi avrebbe comportato la decadenza del decreto senza possibilità di reiterazione. "Il Presidente della Repubblica -come ha ricordato lo stesso Mattarella sin dai primi mesi del suo mandato- può soltanto chiedere un riesame" di una legge approvata dal Parlamento "quando riscontri un chiaro contrasto con la Costituzione". Come finora è avvenuto una volta sola dalla sua elezione al Quirinale, il 27 ottobre del 2017, quando fu rinviata alle Camere la legge sulle mine antiuomo, avendo ravvisato nel provvedimento "evidenti profili di illegittimità costituzionale".
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