Costruzioni: Cgil, ripresina lenta e contradditoria
giovedì 12 aprile 2018
Roma, 12 apr. (AdnKronos) - Timida, lenta, contraddittoria: così appare la 'ripresina' che sta segnando l’uscita dal tunnel della crisi del settore delle costruzioni. A indicarlo sono state oggi Fillea Cgil e Fondazione Di Vittorio, presentando a Roma il II Rapporto sull’andamento delle costruzioni in Italia, un settore che rappresenta nel 2017 il 9,6% del Pil, circa 1 milione e 300 mila occupati e il 46% di tutti gli investimenti in conto capitale del Paese. Nel 2017 tornano a crescere gli investimenti e risalgono gli indici di produzione per i settori collegati, l’indice dei permessi di costruire ed il mercato immobiliare. Tornano anche a crescere il margine operativo lordo delle imprese e la loro redditività (+5%). Regina di questa 'ripresina' è senza dubbio la spesa per la riqualificazione del patrimonio abitativo, grazie alle detrazioni fiscali per le spese migliorative, ristrutturazioni e riqualificazione energetica. Un numero su tutti: la quota di ristrutturazioni attivate dagli incentivi è passata dal 16% del 2007 (9 miliardi) al 40,7% del 2016 (28 miliardi), investimenti che hanno attivato mediamente 270 mila posti di lavoro. Dal 2013, con il variare degli incentivi, l’impatto sull’occupazione è stato ancora maggiore ( 400 mila posti nel 2016). Crescono anche gli investimenti pubblici (+10,4% nel 2016 sull’anno precedente, +23,9% nel 2017, +26,2% nel 2018) ma continua a restare molto larga la forbice tra risorse allocate e risorse realmente spese. L’edilizia è da sempre un “volano” per l’intera economia, i suoi effetti moltiplicativi sono noti, possiamo sintetizzarli così: 1 mld di euro investito nelle costruzioni ha una ricaduta sul sistema economico per 3,5 mld e per l’occupazione fino a 50mila posti di lavoro, di cui 12mila direttamente nel settore delle costruzioni.
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