Genova, 5 ott. (Adnkronos) - Sale la preoccupazione a Genova dopo l'arrivo del documento, contenuto in una lettera inviata oggi dalla gestione commissariale insieme ad Ancelor Mittal Investco, che conferma i dettagli su produzione, assunzioni, contratti previsti dai nuovi proprietari del gruppo Ilva.Una bozza di lavoro per la trattativa che partirà da lunedì prossimo ma che ha fatto salire l'attenzione sul tema occupazionale: all'interno è riportato lo schema secondo il quale verranno selezionati i dipendenti della nuova proprietà. A livello nazionale previsto un organico totale di 9.885 dipendenti tra quadri, impiegati e operai.Nel capoluogo ligure sono indicate 900 assunzioni dirette di cui 25 quadri, 165 impiegati e 710 operai, rispetto agli attuali 1.499 dipendenti con circa 600 esuberi previsti nel solo cantiere di Cornigliano. "Inoltre - spiegano dalla Fiom di Genova all'Adnkronos - per chi resta è previsto un taglio salariale del 20%, senza cioè le condizioni contrattuali attuali: meno diritti e con 600 persone in meno vuol dire che a Genova si ridurrà la produzione oltre al fatto di non applicare quanto previsto dall'accordo di programma. Le istituzioni e la città crediamo debbano dire che non sono disponibili, Genova pagherebbe un prezzo altissimo". Lunedì mattina intanto è già previsto un incontro alle 5 davanti alla portineria dell’Ilva di Cornigliano. Prima assemblea e poi sciopero, i lavoratori insieme ai sindacati marceranno poi in corteo fino alla Prefettura in contemporanea con il vertice al Mise."Non saremo presenti al previsto incontro presso il Mise ed inizieremo da subito azioni di lotta". Lo comunicano la Camera del Lavoro Metropolitana e la Fiom Cgil di Genova che oggi dopo aver ricevuto la comunicazione di A.M. InvestCo Italy S.r.l. e dei commissari straordinari Ilva S.p.A., annunciano che lunedì non prenderanno parte all'incontro previsto a Roma al ministero dello Sviluppo Economico ma saranno in piazza con i lavoratori di Cornigliano.Contenuti della lettera giudicati "provocatori e pertanto irricevibili", Camera del Lavoro e Fiom di Genova precisano che: "Con tali presupposti non esistono le condizioni, non solo per ipotizzare accordi, ma neppure per avviare un confronto. Se questi sono gli interlocutori che si propongono di portare avanti la storica tradizione dell’industria siderurgica italiana, si sappia che ci opporremo con tutte le forze a questi pseudo progetti".
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