Porti: sindacati, preoccupati per operazioni in autoproduzione

martedì 3 ottobre 2017
Roma, 3 ott. (AdnKronos) - “Forte preoccupazione e dissenso ai tentativi di svolgere una pratica di concorrenza al ribasso che non risponde ad esigenze di sviluppo di nuovi traffici e mina fortemente gli equilibri occupazionali nei porti e la sicurezza dei lavoratori”. E’ quanto esprimono unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, in merito ai casi, registrati nel porto di Genova, di operazioni portuali in autoproduzione effettuate dal personale imbarcato sulle navi, spiegando che “tali operazioni sono definite dalla legge 84/94 e necessitano di autorizzazioni che l’Autorità di Sistema Portuale, come Ente vigilante, conferisce alle imprese con atti formali e previo coinvolgimento degli organismi deputati a farlo”. “Il mancato rispetto di tali norme, nel nostro Paese anche nel recente passato - ricordano le tre organizzazioni sindacali dei trasporti - ha portato alla ribalta delle cronache gravissimi incidenti, senza dimenticare che tutto questo grava anche sulle condizioni dei lavoratori marittimi ed impedisce ai lavoratori portuali di svolgere le mansioni per le quali sono formati e assunti”. Secondo Filt, Fit e Uiltrasporti “l’autoproduzione deve essere autorizzata solo nei porti dove non è possibile avvalersi dei lavoratori portuali, come già ribadito nei contratti di lavoro internazionali del settore marittimo, ed esclusivamente quando le navi sono dotate di mezzi adeguati alle operazioni da svolgere, con personale esclusivamente dedicato all’esercizio di tali operazioni. Gli enti e le istituzioni preposte - chiedono infine le organizzazioni sindacali - devono vigilare sul rispetto delle norme e della sicurezza”.
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