Giochi: tutelare gioco lecito per combattere illegalità, convegno a Milano (2)

mercoledì 14 giugno 2017
(AdnKronos) - Colpendo con questa profondità il settore, spiegano ancora gli organizzatori dell'evento, gli effetti sarebbero devastanti sia perché lo spazio lasciato vacante dagli operatori del gioco controllato dallo Stato finirebbe inevitabilmente per essere "coperto" dal dilagare di soggetti e sistemi legati all'illecito e all'illegalità (come stanno dimostrando i casi dove il "distanziometro" è stato applicato) sia perché l'occupazione del settore verrebbe inevitabilmente compromessa con l'azzeramento di tutte le aziende del comparto e delle attività commerciali, negli anni, a loro volta un presidio di legalità.A testimoniare la gravità dell'effetto espulsivo alcuni numeri significativi: in Lombardia esistono 200 imprese di gestione-manutenzione di awp per conto dei concessionari, con circa. 2.800 addetti alle sole funzioni di raccolta/manutenzione, 350 agenti di commercio, 700 impiegati aziendali; 20 imprese di costruzione - distribuzione di apparati elettronici – componentistica/ apparecchi, con 100 progettisti addetti, 250 operai, 90 impiegati, 60 agenti di commercio; circa. 13.879 esercizi, tra dedicati (circa 765, con 3.075 addetti) e generalisti (circa. 13.114, con circa 27mila addetti) e che "vivono" totalmente o prevalentemente grazie all’offerta di gioco lecito. È facile intuire come lo sgretolamento del sistema finirebbe con il colpire un numero molto ampio di operatori e le rispettive famiglie. Una fonte di ulteriore preoccupazione per gli operatori è legata poi al timore che l’effetto espulsivo della legge regionale sembra non limitarsi alle nuove installazioni di apparecchi, applicandosi anche alle attività già insediate e alle postazioni da gioco già allestite, tramite "previsioni normative" che equiparano la nuova sala e il nuovo congegno, al "vecchio". L’incontro vuole – dunque – rappresentare un momento di confronto fattivo per trovare punti di contatto tra gli operatori del settore e mondo della politica, anziché elementi di contrasto, come troppo spesso è avvenuto in questi ultimi anni.
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