Palermo, 15 mar. (AdnKronos) - "L'aggressione all'avvocato Fragalà, che per la sua devastante simbolicita' ha rappresentato un violento attacco all'intera avvocatura, non solo palermitana, è stata deliberata per ragioni che l'organizzazione mafiosa ha ritenuto particolarmente gravi. Per punire condotte professionali che sono state ritenute del tutto incompatibili con l'interesse dell'organizzazione e 'pericolose', in particolare per la salvaguardia di concreti e rilevanti interessi economici e, ancora prima, della fondamentale ed irrinunciabile pretesa mafiosa alla salvaguardia delle regole dell'omerta' e reciproca assistenza che caratterizzano la condotta di ogni associato". Lo scrive nell'ordinanza di custodia cautelare di Palermo Fernando Sestito, per i sei arresti per l'omicidio dell'avvocato Enzo Fragalà, ucciso a colpi di bastone la sera del 23 febbraio 2010, a pochi passi dal suo studio, nei pressi del tribunale. L'avvocato andava punito, come spiegano gli inquirenti, perché più volte aveva tentanto di convincere i suoi clienti accusati di mafia a tenere un atteggiamento di 'apertura' nei confronti della magistratura. "Un crescendo caratterizzato - scrive il Gip - nell'ultimo periodo dal sempre più diffuso convincimento che l'avocato nei procedimenti per i reati di mafia si comportasse sempre più spesso da 'sbirro', in particolare inducendo i suoi assistiti a violare la tradizionale regola del silenzio, incoraggiandoli a rendere dichiarazioni ai magistrati, anche di natura ammissoria dei reati contestati". A raccontare i particolari dell'omicidio è stato il pentito Francesco Chiarello, che non ha partecipato all'agguato. "I colpi di mazza ci i fici fieteri" (Gli ho dato colpi di bastone a non finire ndr), dice uno degli assassini senza sapere di essere intercettato.
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