(AdnKronos) - Roma. La Bce, per bocca di Mario Draghi, annuncia la 'sconfitta' della deflazione e abbandona il ricorso "a tutti gli strumenti a disposizione", rivedendo al rialzo le stime per il Pil dell'Eurozona nel 2017 e 2018. Ma questo scenario leggermente positivo non è sufficiente a spingere il Consiglio Direttivo a cambiare direzione nella sua politica economica, convenzionale e non. Tutte le misure, infatti, restano in vigore, dai tassi di interesse, fermi ai minimi storici, al programma di acquisti, che da aprile scenderanno dagli attuali 80 a 60 miliardi di euro, senza alcun tapering (come avrebbero voluto i tedeschi) almeno fino alla fine dell'anno. E per il futuro, nulla è escluso. In assenza di decisioni, sono state pertanto le nuove stime dello staff macroeconomico della Bce a catalizzare la maggiore attenzione. Sul fronte inflazione Draghi ha sottolineato come, anche se "le pressioni di fondo restano deboli" e "non ci sono segnali convincenti" su un rafforzamento stabile dei prezzi, la Bce ha condotto una "significativa revisione al rialzo per il 2017" con un'inflazione nell'Eurozona stimata a +1,7%. C'è stata anche una "leggera revisione al rialzo" anche per il dato 2018, con un'inflazione stimata al +1,6% mentre resta stabile la stima per il 2019.
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