Usa-Ue: Coldiretti, no passi indietro su qualità cibo
sabato 7 maggio 2016
Roma, 7 mag. (AdnKronos) - Dalle fettine agli ormoni al pollo alla varechina che rischiano di finire nel piatto dei cittadini italiani ed dell’Ue, ma anche carne e latte provenienti da animali clonati come la pecora dolly che sono liberamente ammessi negli Usa come la coltivazione di Ogm, fino alla presunzione statunitense di continuare a sfruttare impropriamente i nomi dei più prestigiosi prodotti alimentari italiani, dal Chianti al Marsala ma anche Provolone o Parmesan. E' quanto afferma la Coldiretti nel denunciare i nodi critici del negoziato sul Transatlantic Trade and Investment Partnership (Ttip), l’accordo commerciale di libero scambio in corso di negoziato tra l'Ue e gli Usa. "L’Ue -sottolinea il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo- non può rinunciare agli elevati standard di qualità raggiunti nell’agroalimentare ma al contrario bisogna guardare alle domande che vengono dal mercato sia in Europa che in Usa ed innalzare il livello di sicurezza dei prodotti perché se è vero che per i nostri consumatori è inaccettabile la carne trattata agli ormoni, il pollo varechinato, piuttosto che la carne clonata e` altrettanto vero che anche negli Usa cresce solo la domanda di prodotti Made in Italy legati al territorio con forte natura identitaria e garantiti dal punto di vista della sicurezza alimentare ed ambientale".Per la prima volta le esportazioni agroalimentari Made in Italy in Usa hanno superato nel 2015 i 3,6 miliardi di euro con un aumento record del 20% ma a crescere, riferisce la Coldiretti, sono stati soprattutto i prodotti 'Doc' garantiti da precisi disciplinari a partire dal vino Made in Italy che è il prodotto italiano più apprezzato dagli americani con 1,3 miliardi.
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