Mareblu, tonno lavorato dove si pesca all'insegna della sostenibilità
mercoledì 20 aprile 2016
Milano, 20 apr. (Labitalia) - Lavorare il tonno nel luogo dove viene pescato. Questo il fiore all'occhiello di Mareblu, azienda italiana specializzata nella commercializzazione di conserve ittiche entrata nella sfera del Gruppo Thai Union, che oggi a Milano ha presentato le sue sfide future che vedranno coinvolte tra gli altri Legambiente, già partner storico dell’azienda. Mareblu continuerà, infatti a supportare Legambiente in alcune delle iniziative portate avanti a sostegno del patrimonio naturale e della fauna marina del nostro Paese. Mareblu ha gli stabilimenti di proprietà localizzati nelle aree di pesca: sull’isola di Mahé (Seychelles) per le varietà di tonno pescate nell’Oceano Indiano (area FAO 51) e a Tema (Ghana) per quelle pescate nell’Oceano Atlantico (area FAO 34). La vicinanza tra luogo di pesca e quello di lavorazione, i controlli diretti effettuati lungo tutte le fasi produttive e la completa tracciabilità del prodotto, portano Mareblu ai vertici per affidabilità, sicurezza e qualità. Oggi questa caratteristica unica e differenziante viene esplicitata e valorizzata assumendo un ruolo centrale nella rinnovata brand identity di Mareblu, che diventa innanzitutto sinonimo di tonno lavorato sul luogo di pesca. L’associazione tra il marchio e il messaggio è totale, declinata coerentemente nelle novità di prodotto, nel nuovo packaging fresco e distintivo e nell’immagine coordinata per il punto vendita, ma anche nel nuovo sito web, nelle iniziative condotte sui social network e nella nuova campagna pubblicitaria presentata in anteprima. “La nostra missione -ha detto Matteo Scarpis, direttore generale Mareblu- consiste nel rafforzare il marchio confermandoci come solido player del mercato in grado di contribuire alla crescita della categoria, diventando il punto di riferimento dei consumatori e un partner ancora più credibile per i nostri clienti. Il nuovo posizionamento è funzionale al raggiungimento di tali obiettivi, ma è anche una sintesi del nostro impegno a sviluppare la qualità come un percorso continuo fatto di passione, trasparenza e rispetto sia delle risorse naturali sia delle persone. È una promessa, un'idea, una garanzia: rappresenta allo stesso tempo le aspettative profonde del consumatore e il nostro modo di fare qualità.” “In questi anni ci siamo attenuti ai regolamenti internazionali e alle linee guida maturate in seno all’International Seafood Sustainability Foundation sulla base delle indicazioni della comunità scientifica -ha dichiarato Sylvain Cuperlier, group Csr sustainability director Thai Union Europe- oggi, tuttavia, rilanciamo sulla sostenibilità con un nuovo piano che prevede il lancio di referenze di tonno certificato MSC (Marine Stewardship Council) o proveniente da pescherecci impegnati in programmi di miglioramento della sostenibilità (Fishery Improvement Projects, FIP) volti a raggiungere i requisiti per ottenere la certificazione MSC". "Inoltre, proprio in questi giorni -ha ricordato- abbiamo dato il nostro appoggio all’appello rivolto dal Wwf alla Indian Ocean Tuna Commission per ridurre del 20% la pesca di tonno pinne gialle nell’Oceano Indiano e per introdurre regole di controllo dell’approvvigionamento".
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