Da Chernobyl a Fukushima, il progetto 'Rugiada' per i bambini

Sostenibilita
AdnKronos
Roma, 9 mar. - (Adnkronos) - Una catena umana in Francia, con altre associazioni ambientaliste, per dire 'no' al nucleare e ricordare Fukushima. L'appuntamento è per l'11 marzo e parteciperà anche una delegazione di Legambiente Solidarietà in rappresentanza del progetto "Rugiada", nato nel 1994 per aiutare i bambini bielorussi che vivono ancora oggi le disastrose conseguenze dell'incidente di Chernobyl. "A Fukushima la situazione è sempre più grave e difficile da gestire", spiega all'Adnkronos Angelo Gentili, coordinatore nazionale Legambiente Solidarietà. L'incidente "ha portato ad un ripensamento, sia nei molti Stati che in passato hanno investito molto su questa forma di energia, sia nel nostro Paese che con i quesiti referendari di giugno 2011 ha arginato un suo possibile ritorno - aggiunge - un paradosso ancora più forte se si pensa che proprio in Bielorussia, dove si è riversato il 70% del fall out radioattivo della catastrofe del 1986, il presidente Lukashenko sta lavorando per la costruzione della prima centrale nucleare". Se è vero che in seguito all'incidente di Fukushima c'è stata una battuta d'arresto e una riflessione forte sul tema del nucleare "ancora oggi in tutto il mondo si parla di 63 centrali attualmente in costruzione". Per questo, "si sta valutando la possibilità di estendere il progetto Rugiada al Giappone - aggiunge Gentili - siamo stati contattati da soggetti locali che ci chiedono di avviare progetti per i bambini giapponesi, ma stiamo valutando la fattibilità in termini operativi". L'iniziativa dell'11 marzo sarà anche l'occasione per riaccendere i riflettori su Chernobyl "e sui sette milioni di persone che vivono ancora in aree contaminate nel progressivo disinteresse della comunità internazionale", sottolinea. Il progetto "Rugiada" consente di ospitare a Vilejka, in Bielorussia, bambini che vivono nei territori contaminati. Qui, vivono per un mese in un'area 'pulita', mangiando cibi biologici e bevendo acqua non contaminata. Ma soprattutto, il progetto fornisce supporto medico e pedagogico e permette di seguire i ragazzi con programmi specifici e monitorare i tumori tiroidei e latenti e altre patologie, risultato di "una contaminazione ancora molto forte che interessa vaste aree del Paese, a macchia di leopardo", spiega Gentili. Secondo Legambiente, nel 2011 sono circa 2.400 (2.370 dei quali abitati da 1.140.000 abitanti, tra cui 220.000 bambini) i paesi e i villaggi contaminati dell'area. L'ambulatorio mobile dell'associazione ha esaminato 28.462 pazienti, dal 2007 al 2011, riscontrando patologie come iperplasia e calcinosi ed evidenziando che "gli effetti delle radiazioni continuano a colpire il sistema immunitario delle popolazioni". A preoccupare Legambiente ci sono poi le condizioni della centrale atomica ucraina. "Il sarcofago, costruito nel 1986 dopo l'incidente e che contiene ancora circa 200 tonnellate di materiale radioattivo, è molto danneggiato e il rischio di un collasso della struttura -avverte l'associazione- è elevato, oltre al fatto che già oggi le grandi fessure consentono la fuoriuscita di polveri radioattive. I lavori per il nuovo sarcofago, detto l'Arco, sono iniziati ma, nonostante l'Ucraina abbia annunciato la fine dei lavori per il 2015, il timore è che il progetto s'interrompa per mancanza di fondi da parte dei Paesi donatori", tra cui il Giappone. I tempi previsti per l'intera bonifica, così come riportato dall'agenzia Tass, richiederanno 100 anni. Tutte le informazioni sul progetto Rugiada e su come sostenerlo sono disponibili sul sito www.solidarietalegambiente.org, le cartoline dedicate al progetto si possono richiedere all'indirizzo solidarieta@festambiente.it.

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