Omicidio Carol Maltesi: giudici appello condannano all'ergastolo Fontana (2)

cronaca
AdnKronos
(Adnkronos) - L'aumento di pena è dovuto al riconoscimento di due delle aggravanti che in primo grado non erano state riconosciute aprendo la strada alla possibilità, per la difesa di Fontana, di chiedere in appello uno sconto, applicando il rito abbreviato, ossia con la riduzione fino a un terzo della pena. Un'eventualità che la corte di Milano non ha permesso e che ha portato alla condanna del carcere a vita, oltre che alla conferma del risarcimento di 180mila euro per il figlio della vittima. Per il rappresentante della pubblica accusa Massimo Gaballo, così come per le parti civili, la premeditazione è insita nelle azioni messe in atto dall'uomo durante il delitto, ma anche nella messinscena quando l'imputato al telefono si finge lei con amici e parenti. Un delitto "crudele" che avviene quando la coppia decide di girare due video da vendere su OnlyFans. Carol viene legata a un palo della lap dance e il bancario inizia a colpirla alla testa con un martello, ben 13 volte, quindi la finisce con una coltellata alla gola, perché contrariato dall'imminente trasferimento della giovane in provincia di Verona per poter stare accanto al figlio. Fontana ha poi fatto a pezzi il corpo, ha tentato di bruciare i tatuaggi e il viso per renderla non identificabile, ha messo i resti nel congelatore e quindi si è disfatto dei quattro sacchi di plastica con i suoi resti gettandoli in un dirupo a Paline di Borno, in provincia di Brescia. Resti ritrovati a più di due mesi da un delitto in cui la confessione "è poca cosa" rispetto agli indizi gravi e concordanti contro l'uomo mosso dalla "gelosia". Inutili le scuse dichiarate dall'imputato in apertura di udienza. "Vorrei chiedere ancora scusa a tutti per la cosa orribile che ho fatto, in particolare ai genitori di Carol, soprattutto a suo figlio. So che sembro distaccato quando parlo, invece provo grande dolore e grande sofferenza e ogni giorno penso a quello che ho fatto. Sono fermamente deciso a voler riparare, per quanto possibile, alle mie azioni. Non so se potrò mai essere mai perdonato per quello che ho fatto, darei veramente la mia vita per tornare indietro". Per i difensori, gli avvocati Giulia Ruggeri e Stefano Paloschi, che non hanno rilasciato commenti dopo la sentenza, "Non esistono mostri, esistono persone che fanno cose mostruose. La giustizia riparativa, non serve alzare polveroni con polemiche tv, è una cosa seria. Lui vuole riparare". Il loro appello conclusivo sembra cadere nel vuoto. "Nel cimitero di Sesto Calende c’è la tomba di Carol e a due anni dall’omicidio c’è ancora la lapide provvisoria, dove sono tutte queste persone che si stracciavano le vesti? Non vogliono giustizia, vogliono l’ergastolo, solo quello, ma questa non è giustizia è vendetta, posso capire che i familiari della vittima la chiedono ma che questa corta possa darlo mi spaventa. Voi siete gli unici che potete applicare la giustizia, non fatevi attrarre da queste sirene".

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