Pd: Orlando, 'alleanze? Costruire una 'coalizione Pnrr''

politica
AdnKronos
Roma, 15 ott. (Adnkronos) - "Credo ci siano tutte le condizioni affinché noi contribuiamo ad una battaglia politica che è quella del nuovo Pd. Ci sono idee nuove, le dobbiamo approfondire e a queste idee nuove dobbiamo costruire e regalare un partito nuovo". Lo ha detto il deputato Pd Andrea Orlando nel suo intervento conclusivo della Festa nazionale di Dems, associazione da lui fondata e di cui è presidente, a Rimini."Sul tema dell'inospitalità del Pd nei confronti dei cattolici, posto dal professor Melloni, penso che se non si ricostruisce un partito tutte le culture politiche rischiano di vivere l'inospitalità. Devono essere rianimati i luoghi del confronto ma c'è un tema specifico: è vero che la drammaticità della guerra ci spinge ad un approccio automaticamente comune tra laici progressisti e cattolici sotto l'insegna della pace. Ma è anche vero che i cambiamenti che si determinano nella società, anche sotto la spinta di cambiamenti tecnologici, ci pongono sempre più frequentemente domande di carattere etico alle quali rispondere non con slogan ma con luoghi di confronto". "Penso che questo sia lo sforzo che dobbiamo provare a fare per dare continuità a questi sedici anni del Pd che non butterei alle ortiche, ma che hanno dimostrato alcuni limiti e difficoltà. Segnati da inedita capacità di convergere tra culture politiche diverse. Abbiamo ora una sfida importante che è quella di iniziare a profilare una alternativa politica al governo. Sfida duplice perché abbiamo l'esigenza di costruire una alternativa e dalla sua credibilità dipende il fatto che la crisi della Meloni non diventi una crisi tout court". "Questo -aggiunge Orlando- è un governo politico e il suo superamento deve essere fatto dalla politica. Non ci illudiamo che sia una passeggiata, in parlamento non ci sono numeri per fare altri guazzabugli ma una campagna ci sarà e si comincerà a dire che quelli non sono all'altezza ma quegli altri non lo sono altrettanto, sulla base di un teorema e cioè che ci vuole una tutela esterna alla politica che la guidi fuori dalla condizioni di difficoltà in cui versa. In questa condizione si rafforzano i soggetti non democratici in grado di incidere in passaggi di così grande trasformazione". "Non si può quindi continuare a dire che delle alleanze ne parliamo dopo le europee. Dobbiamo incalzarli sulla costruzione di una alleanza perché la posta non è solo alternativa di Governo ma il rischio che ci sia un racconto che pregiudichi la possibilità in futuro di una alternativa politica ad un governo politico. Dobbiamo costruire insomma le condizioni perché si incrocino punti di vista diversi. Con loro abbiamo gestito la fase più drammatica del Paese che è stata la pandemia nel segno dell'Europa. Il governo Conte non è nato con il discorso in Parlamento con la mano sulla spalla di Salvini ma quando il M5S ha votato la Von der Leyen. L'europeizzazione del M5S è stata la condizione attraverso la quale si è arrivati ad un governo politico e dobbiamo ripartire da lì. La coalizione deve essere la coalizione del Pnrr perché lì c'è un profilo europeo, la conquista di un obiettivo, le transizioni e il fatto che il governo vuole smontarlo non è solo incapacità ma perché quel disegno è in contrasto con la loro società e la loro idea di un modello di sviluppo". "Per questo noi dobbiamo rivendicarlo e ripartire da lì per costruire una battaglia comune. Chiamando le altre forze che hanno conquistato quelle risorse a difendere quegli obiettivi. L'Europa è l'orizzonte anche se con un approccio critico perché non possiamo pensare di applaudire l'Europa quando la Bce aumenta tassi di interesse fregandosene del fatto che manderà in recessione la Germania e probabilmente tutto il continente".

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