**Spettacolo: sindacati, 'schema decreto governo un contentino, sperano di zittirci'**

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AdnKronos
Roma, 12 ott. (Adnkronos) - "Il Governo ha 100 milioni di euro per una misura specifica che è l'indennità di discontinuità prevista dalla Legge Delega approvata nel 2022. Ci hanno fatto aspettare un anno per presentarci uno schema che partorisce poco più di un bonus occasionale". A dirlo all'Adnkronos è Manuela Martignano di La Musica Che Gira, una delle associazioni che hanno partecipato oggi alla conferenza stampa indetta presso il Comedian Cafè del Teatro Quirino di Roma da Slc/Cgil, Unita, La Musica Che Gira, Arci e Forum Arte e Spettacolo, per esprimere la forte preoccupazione del settore riguardo "il mancato rispetto della delega data al governo dal parlamento sull’indennità di discontinuità". "A un settore che chiede riforme strutturali hanno risposto con un sostegno al reddito -affonda la Martignano- riducendo la platea da 300mila persone a 25mila e spendendo un terzo dei fondi a disposizione. Devono spiegare pubblicamente il perché di questa scelta. Dalla conferenza stampa di oggi emerge un settore unito, che in maniera corale sta chiedendo al Governo di ritirare uno schema di decreto che tradisce l'impianto della legge delega e tradisce il lavoro di concertazione degli ultimi due anni".L'incontro è stato indetto perché lo schema di decreto del governo, secondo il parere degli organizzatori, "vanifica non solo due anni di confronto parlamentare ma anche di confronto con le parti che dopo la pandemia sono riuscite ad incontrarsi e lavorare insieme trovando una strada è un percorso comune", spiegano le sigle. "Il Governo Meloni ha trasformato una misura strutturale che finalmente avrebbe reso i lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo e del settore creativo uguali a quelli degli altri settori, riconoscendo il lavoro indispensabile delle fasi di studio e progettazione, come imprescindibili e necessarie anche in termini contributivi".Le agenzie contenenti le dichiarazioni di diversi membri del Governo nelle scorse settimane, "al netto dei toni entusiasti di chi prova a vendere un miracolo politico che non esiste nella realtà, rendono chiaro che la delega del Parlamento al Governo è stata tradita in maniera sostanziale", tuonano i sindacati. "La platea degli aventi diritto ha subito una scandalosa riduzione così come le coperture economiche destinate. Una sciagurata scelta del Governo che in questo modo si prepara a ridurre uno strumento vitale - al quale le realtà del settore, la politica, i sindacati hanno dedicato anni di confronti e lavoro - in un misero bonus, una forma di sostegno ai redditi più fragili che nulla ha a che vedere con la riforma del sistema di previdenza e delle tutele sociali che a chi lavora nel settore creativo erano state riconosciute dal Parlamento con l’approvazione della legge di delega n. 106/2022". "Una platea che passa da più di 300.000 persone a poco più di 20.000 persone, nessun effetto positivo sull’emersione del lavoro nero, nessuna misura strutturale, nessun riconoscimento della nostra professionalità -proseguono i lavoratori dello spettacolo- Solo l’ennesimo contentino con il quale il Governo forse spera di zittirci. Ma abbiamo chiesto una riforma e non staremo zitti fino a quando non la otterremo".

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