Eni-Nigeria: pm Storari, 'società non doveva uscirne bene'

cronaca
AdnKronos
Brescia, 3 ott. (Adnkronos) - "L’atteggiamento era 'noi questo processo non lo possiamo perdere, Eni non deve uscirne bene'. Per me questo era inaccettabile perché io faccio il pm e voglio che su di me ci sia la massima trasparenza", se non fosse stato nascosto nulla alle difese, “noi uscivamo da questa vicenda in maniera perfetta, invece, ne siamo usciti come ne siamo usciti, cioè con le ossa rotte. Non si è voluto portare le prove a favore, ma un difensore ha diritto di sapere alcune cose, gli imputati hanno diritto di sapere e non è stato fatto. Volevano fare questa cosa con le mie carte: no, io questa cosa non la consento". Lo afferma il pm di Milano Paolo Storari, testimone a Brescia nel processo contro i colleghi Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro, ora in forza alla procura europea, accusati di rifiuto d'atti di ufficio con l’accusa di non aver voluto depositare nel 2021 prove ritenute potenzialmente favorevoli agli indagati del processo per corruzione internazionale Eni-Nigeria, conclusosi con l'assoluzione degli imputati.Nell’esame e controesame del teste, durato l’intera udienza, Storari ribadisce - in più round - la presunta volontà dei titolari dell’inchiesta, dell’allora procuratore capo Francesco Greco e dell’aggiunto Laura Pedio di rallentare le indagini su Vincenzo Armanna, testimone nel processo per corruzione e ritenuto un calunniatore da Storari, così come di non divulgare il contenuto delle chat di Armanna – acquisite attraverso il cellulare – e ritenute sfavorevoli alla tesi della procura. "Ci trincera dietro a un formalismo (cioè come si sono acquisite le chat, ndr), lo trovo vergognoso. Il tema è se hai delle elementi a favore tu li devi portare a conoscenza delle difese, comunque tu abbia preso" quel telefono conclude Storari. La prossima udienza è stata fissata per il 18 gennaio 2024 quando testimonierà, tra gli altri, il giudice Marco Tremolada che ha emesso il verdetto assolutorio su Eni-Nigeria. La corte presieduta dal giudice Roberto Spanò ha fissato udienze fino al 27 giugno quando potrebbe arrivare il verdetto.

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