Roma, 8 nov. (Adnkronos) - "I sondaggi le attribuiscono ottime chance di vittoria. (...) Il nostro primo dovere è mettere al sicuro istituzioni come la Lombardia. Sostenendo il candidato con maggiori possibilità di mandare a casa Fontana e dare una lezione alla Lega". Così Luigi Zanda, ex-senatore Pd, al Corriere sulla candidatura di Letizia Moratti. Anche nel Lazio il Pd dovrebbe allearsi con il Terzo polo e non con i 5 Stelle? "L’atteggiamento del M5S è di portarla per le lunghe e scaricare il Pd. Si è già visto alle Politiche. Calenda invece ha individuato il suo candidato in D’Amato che è stato un valido assessore in una giunta sostenuta sia dai 5 Stelle sia dal Terzo polo, popolare, di prestigio. Ed è un dirigente del Pd. Se esiste un profilo migliore si verifichi. Ma non si perda tempo inseguendo obiettivi irrealizzabili: trovare un candidato che piaccia a Calenda e a Conte è impossibile". .Il risultato si riverbererà sugli equilibri tra governo e opposizioni? "Certo. Da un lato le Regionali, sfide a turno unico, si vincono con i candidati, come dimostrano Zingaretti, Bonaccini e De Luca o Fedriga e Zaia, prima ancora che con gli schieramenti. Dall’altro rappresentano un’occasione straordinaria per dare vigore all’opposizione a livello nazionale. Vincere in Lazio e Lombardia è un dovere democratico: rimetterebbe in moto una dialettica politica che il risultato elettorale ha molto appannato. Porre al sicuro, politicamente, regioni così importanti avrebbe effetti sull’elettorato, sugli equilibri istituzionali e sul sistema democratico complessivo".