Roma, 27 apr. (Labitalia) - Tutelare il reddito e il diritto alla salute dei professionisti così da superare il divario tra lavoratore autonomo e dipendente, valorizzando la terzietà dell’attività libero professionale. È la richiesta avanzata oggi dal Cup- Comitato unitario delle professioni nel corso del tavolo tecnico di confronto con il ministro del Lavoro Andrea Orlando sulla prossima riforma del lavoro autonomo. Nel periodo compreso tra giugno 2020 e aprile 2021, infatti, spiegano dal Cup, "oltre 2 milioni di professionisti non hanno ricevuto alcun tipo di sostegno economico – salvo il reddito di ultima istanza nei mesi marzo-maggio 2020 – e sebbene il decreto 'Sostegni' abbia posto una maggiore attenzione nei loro riguardi, includendoli fra i potenziali beneficiari dei contributi a fondo perduto, i ristori elargiti finora non sono in grado di fronteggiare le perdite subite dalla pandemia né i costi fissi che i professionisti devono continuare a sostenere. Per questo diventa indispensabile, secondo il Cup, "introdurre uno strumento universale di sostegno al reddito, anche attraverso prestazioni complementari di tipo previdenziale e socio-sanitario, che riconosca in modo strutturale tutele adeguate a tutti i lavoratori autonomi che abbiano subito una significativa riduzione del reddito professionale per ragioni non dipendenti dalla propria volontà o che siano stati colpiti da gravi patologie. Sul tema della tutela della salute, poi, è necessario prevedere, in caso di contagio, quarantena o isolamento fiduciario, l’esonero dalla responsabilità professionale per mancato adempimento, nei termini, degli obblighi verso la pa così come la conseguente remissione in termini dopo la certificazione dell’avvenuta guarigione". In questo modo, spiega il Cup,"si tutelerebbe il professionista, ma anche il suo cliente dal rischio di inadempimento o decadenza da determinate facoltà. Il tema del diritto alla salute del professionista, in realtà, è già al centro di un Ddl e di una serie di emendamenti per la conversione in legge del D.L. n.41/2021". “Ci auguriamo che il Parlamento, sensibilizzato sulla materia, dia attuazione ai provvedimenti così da colmare il vulnus del nostro ordinamento e garantire anche ai lavoratori autonomi gli stessi livelli di tutela previsti per i lavoratori dipendenti in caso di contagio da Coronavirus”, ha precisato la presidente del Comitato unitario delle professioni, Marina Calderone. “In molte aree del Paese, infatti, l’attività professionale è svolta da micro o piccoli studi professionali che, in caso di positività al virus, non sono materialmente in grado di svolgere gli incarichi affidati entro i termini d legge”, ha concluso.