Milano, 14 mag. (Adnkronos) - E' su "pochi messaggi" che si concentra l'attenzione degli inquirenti che cercano di dare un nome a chi, da alcuni giorni, si è reso responsabile di minacce aggravante nei confronti di Silvia Romano, la cooperante milanese rientrata dalla Somalia dopo una prigionia di un anno e mezzo nelle mani di un gruppo di pericolosi terroristi islamici. Negli uffici dei carabinieri del Ros di Milano guidati dal comandante Andrea Leo, continua la lettura e la 'scrematura' dei messaggi social: insulti e veri auguri di morte per la 24enne che si è convertita alla religione islamica. La maggior parte dei messaggi è scritto da anonimi, profili fake senza identità reali che rendendo più complicato risalire a chi ha scritto il messaggio, "si tratta spesso di testi offensivi ma che non rappresentano vere minacce, sono pochi i messaggi per cui si può configurare un'ipotesi di reato ed è su questi che ci stiamo concentrando" spiega una fonte che smentisce che la ragazza abbia consegnato altri messaggi di insulti nei suoi confronti.