Roma, (Adnkronos) - Nella notte tra l’8 e il 9 maggio del 1978 Peppino Impastato veniva ucciso dalla mafia, che poi provò a nascondere quel gesto vigliacco con un depistaggio. Sono passati 42 anni ma noi non dobbiamo dimenticare. Non dobbiamo dimenticare la sua storia, quella di un giovane che rinnega quella parte della famiglia legata a doppio filo con la mafia e con il boss Tano Badalamenti. Non solo la rinnega, ma la combatte. E lo fa dileggiandola, con la satira della sua Radio Aut. E allo stesso tempo con il suo lavoro di giornalista. Peppino Impastato era un eroe civile". Lo scrive in un post su Facebook il presidente della Camera, Roberto Fico."Un politico. Un giornalista. Coraggioso, ostinato e appassionato. È importante far conoscere, soprattutto ai più giovani, la sua storia. In questo fondamentale esercizio di memoria –che noi tutti dobbiamo compiere perché parte integrante del nostro percorso di cittadini– si inquadra la mostra fotografica dedicata a Impastato, alla sua vita e ai luoghi della sua breve gioventù, che lo scorso febbraio la Camera dei deputati ha ospitato". "Passa anche per questa strada -conclude Fico- la lotta alla mafia, attraverso il racconto di quanti non si sono mai nascosti dietro alle difficoltà e, senza cedere al disfattismo ed alla rassegnazione, hanno pagato con la vita il proprio impegno per rendere il Paese finalmente libero dalla schiavitù mafiosa".