Roma, 18 giu (AdnKronos) - La più critica resta l'area Giachetti anche se, via Luciano Nobili, si dice pronta a "dare una mano". In Base Riformista si distingue per i toni un po' più forti Andrea Marcucci da Lorenzo Guerini, che si è speso per una riunione senza strappi. Forse è stato l'intervento di Alessia Morani quello più duro con la richiesta di un chiarimento a Nicola Zingaretti sul caso Luca Lotti e un attacco, non velato, a Luigi Zanda e Paolo Gentiloni. La dialettica della Direzione di oggi del Pd, alla fine, si riassume in queste poche righe. Certo, è stata affrontata la questione della segreteria con Andrea Giorgis alle Riforme dopo che dichiarò il suo No al referendum e di Maria Luisa Gnecchi che fu tra i parlamentari più critici contro il Jobs Act nella scorsa legislatura. Ivan Scalfarotto, poi, ha spinto sulla vocazione maggioritaria. "Zingaretti annuncia una conferenza operaia ma la vocazione maggioritaria vuole dire saper parlare a tutti, non solo a una parte". Detto questo, l'aria di strappo non si sarebbe affatto annusata oggi. Anzi. E dalle parti di Zingaretti fanno sapere che il segretario è "soddisfatto" della riunione, che c'è stato "un dibattito vero e rivolto al futuro". Insomma, la lettura è che dal tenore degli interventi "tutto è andato molto meglio di come ci si poteva aspettare dalle premesse". Forse, si ragiona, "l'eventualità di andare al voto, compatta". Semmai, con un certo stupore anche dei presenti, se c'è stato un fuoco di fila è stato rivolto a unico bersaglio: Carlo Calenda. Le critiche più o meno esplicite all'ex-ministro hanno attraversato tutte le anime dem con uno scambio, piuttosto piccato, tra lo stesso Calenda e Goffredo Bettini via social.