Milano, 8 mag. (AdnKronos) - "Lo diciamo da tempo, ma purtroppo questi nostri allarmi e rilevazioni, che erano frutto dell'osservazione di quanto emergeva sul territorio, non sono stati ascoltati, tranne che naturalmente dagli inquirenti". E' la constatazione di Antonio Calabrò, vicepresidente di Assolombarda con delega alla legalità, a proposito dello scenario di "relazioni improprie e perverse" tra pubblica amministrazione, imprenditori e soggetti legati alla 'Ndrangheta emerso dalle carte dell'inchiesta della Procura di Milano che ha portato a 43 misure cautelari e all'arresto di personaggi politici di spicco. "Purtroppo - dice in un'intervista all'Adnkronos - non ci sono gli anticorpi" e l'idea che si è fatto è che la rete di relazioni "si espanda da tempo". Per questo, dice, "abbiamo messo la lotta alla criminalità organizzata come una delle condizioni fondamentali per la crescita nel nostro territorio". L'autorità giudiziaria è "un interlocutore fondamentale per noi" e Calabrò ha "piena fiducia nella magistratura". Dunque, "le polemiche sulla giustizia a orologeria non ci riguardano: c'è - afferma - un problema reale di permeabilità della pubblica amministrazione e del mondo politico da interessi estranei al mercato alle regole e alla competizione regolare". La speranza è che, dal governatore Attilio Fontana agli altri funzionari pubblici, "i vertici amministrativi risultino estranei proprio perché vertici: abbiamo bisogno di sapere e di poter dire all'esterno del nostro Paese che la pubblica amministrazione funziona bene e in modo trasparente ed efficace. Se gli appalti cominciano a essere bloccati, il Paese non funziona, non va avanti". Per evitare che si ripetano episodi di corruzione, "serve una legislazione chiara ed efficace, una macchina giudiziaria con tutte le risorse per poter lavorare, non sotto organico". Il Paese è "pieno di imprese serie e operatori economici che fanno un lavoro eccellente e faticano a stare sui mercati". Anche per questo, secondo il vicepresidente di Assolombarda c'è un messaggio che deve passare: "La parola imprenditore è nobile, si tratta di una persona che investe, lavora, innova e sta sui mercati". Quelli che corrompono, diversamente, "non sono imprenditori, al massimo furbi arraffatori di denaro pubblico".