(AdnKronos) - Il Fmi, aggiunge l'economista, "è comunque consapevole che il maggiore rischio per il Paese arriva dalla rivalutazione incontrollata del debito estero e dunque ha definito obiettivi di controllo del tasso di cambio. Forte dei miliardi erogati dal Fmi (38 miliardi su 56), la banca centrale argentina ha accettato l'imposizione di un obiettivo di crescita zero della base monetaria per ridurre rapidamente il tasso di inflazione; inoltre il Fmi ha autorizzato una serie di misure di difesa del cambio che vanno dagli acquisti diretti di Pesos sul mercato Forex all'emissione di lettere di credito (Leliq - Letras de Liquidez del Banco Central) a brevissimo termine (1 settimana) a tassi molto elevati (a fine aprile i tassi Leliq giravano intorno al 46%), per incentivare il sistema bancario a spostare liquidità sui conti di deposito della banca centrale e sottrarla al mercato domestico".Il governo, rileva, "si è impegnato inoltre a varare a breve termine una profonda riforma della banca centrale fondata sul mono-mandato della stabilità monetaria insieme al divieto di finanziamento monetario del deficit, trasformando de facto ad imitazione della Bce una delle banche centrali storicamente più accomodanti nei confronti dell'inflazione".Per adesso, aggiunge, "i risultati non sono incoraggianti: il tasso di cambio continua a scivolare mentre le aspettative di inflazione paradossalmente stanno crescendo per via degli aumenti programmati delle tariffe delle utilities imposti dall'austerity del Fmi. Come nel caso della Turchia, la recessione sta riducendo gli squilibri strutturali dell'economia argentina e questo nel medio periodo dovrebbe ridurre le pressioni sul cambio in tandem con il congelamento della base monetaria. Il punto è se i mercati saranno in grado di aspettare la stabilizzazione o chiuderanno prima i rubinetti al governo di Macri, spianando la strada ad un periodo di forte instabilità e ad un eventuale clamoroso ritorno dei populisti alle prossime elezioni".