Argentina: Minenna, problemi finanziari tornano, maledizione debito estero

economia
AdnKronos
Roma, 6 mar. (AdnKronos) - "I problemi finanziari dell'Argentina sono tornati alla ribalta nelle ultime settimane, con gli investitori esteri fortemente sfiduciati, se non in panico, sulle capacità del governo liberista del presidente Macri di poter tener fronte al servizio del debito. I credit default swap, derivati che misurano il rischio di credito percepito dagli operatori, hanno visto i premi per assicurarsi dal rischio Paese in impennata da 900 a 1400 punti base in pochi giorni. Il tasso di cambio peso/dollaro, dopo una fase di relativa tregua tra ottobre e marzo ha ripreso a svalutarsi di un ulteriore 20%". E' quanto scrive l'economista Marcello Minenna in un articolo pubblicato su 'Il Sole 24 Ore'.L'evento scatenante, rileva, "è stato la pubblicazione del terzo report del Fondo Monetario Internazionale sullo stato del programma di aiuti al governo argentino: 59 miliardi di dollari impegnati, a fronte delle solite dure condizionalità: austerity e riforme neoliberiste delle istituzioni e dell'economia. Nonostante la potenza di fuoco schierata dal Fmi (si tratta del prestito più elevato in assoluto mai erogato ad uno Stato sovrano) e l'assoluta collaborazione del governo che non ha esitato ad impegnarsi già da quest'anno in un azzeramento del deficit di bilancio ed in una riforma strutturale della banca centrale, gli investitori hanno interpretato negativamente gli sviluppi della crisi". In particolare, osserva, "lo shock ai mercati è arrivato dalla revisione del dato sull'incidenza del debito pubblico passato dal 57,1% all'86,3% del pil in un solo anno. I 2/3 di questo debito sono denominati in valuta estera, prevalentemente in dollari". Le ragioni di questa esplosione del debito, osserva, "sono dunque facilmente inquadrabili: secondo l'analisi di sostenibilità del debito del Fmi, 30 punti di pil sono attribuibili alla svalutazione del tasso di cambio nel 2018, con il Peso che ha più che dimezzato il proprio valore rispetto al biglietto verde".

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