Palermo, 28 gen. (AdnKronos Salute) - Ancora un caso di violenza ai danni di un camice bianco. Vittima questa volta una dottoressa della Guardia medica di Bagheria, nel Palermitano. L'episodio è avvenuto sabato 26 gennaio quando, secondo le prime informazioni, una donna si sarebbe presentata nei locali della sede di continuità assistenziale in un visibile stato di alterazione. Avrebbe prima insultato la dottoressa, 'colpevole' di non avere passato al telefono il pediatra di turno, e poi l'avrebbe aggredita fisicamente. "La principale causa di questo clima ingiustificato di violenza contro i medici ha anche una sua particolare aggravante a Bagheria per alcune serie inefficienze dell'organizzazione dei servizi sul territorio. E i medici finiscono per essere i capri espiatori di una società sempre più rabbiosa", dice Francesco Paolo Carollo, segretario regionale Sicilia Fismu (Federazione italiana sindacale medici uniti).Il dito è puntato, ad esempio, sull'"elevata richiesta di intervento sanitario a fronte di un unico operatore sia durante le ore diurne che le ore notturne, arrivando anche a dover effettuare circa 50 prestazioni (tra visite ambulatoriali e domiciliari) in 12 ore. Questo grave episodio non è di certo il primo - ricorda - E' noto tra i medici che Bagheria è un presidio di frontiera, dove il rischio di aggressioni è all'ordine del giorno. Esistono per fortuna dei colleghi che con spirito di sacrificio, ma soprattutto per il forte senso di appartenenza alla propria terra e alla propria città scelgono di lavorare in questa difficile sede". La Fismu chiede alla Regione di "farsi carico davvero di questa emergenza" e all'azienda locale di "intervenire con urgenza".