Milano, 26 gen. (AdnKronos) - E' "facile prevedere" che il Consiglio superiore della magistratura dovrà occuparsi dello scontro fra il Tribunale dei Ministri di Catania e il vicepremier e ministro dell'Interno, Matteo Salvini, sul caso della gestione dei migranti a bordo della nave Diciotti. Lo ha spiegato il professore e avvocato Alessio Lanzi, consigliere laico del Csm, al termine dell'inaugurazione dell'anno giudiziario a Milano. "La tematica -ha spiegato Lanzi dopo essere intervenuto all'inaugurazione dell'anno giudiziario- si inserisce in una competenza specifica del Csm che si chiama 'pratica a tutela'" e avviene "quando un gruppo di magistrati, che ritiene che un collega magistrato abbia subito dei contrasti e delle critiche tali da incidere sulla sua indipendenza e imparzialità, può sollecitare il Csm a un intervento di solidarietà e che stigmatizzi il comportamento scorretto usato nei confronti del magistrato". Per Lanzi è quindi "facile prevedere che qualcosa del genere potrà accadere anche per il contrasto sulle questioni tra il Tribunale dei Ministri e il ministro dell'Interno sulla vicenda in questione". Il Csm, ha continuato Lanzi, "non è la Anm. A noi non possono interessare le critiche contingenti nei confronti del magistrato, ma devono interessare quelle situazioni nelle quali eventualmente il magistrato perde indipendenza e imparzialità in reazione allo scontro che si realizza con la politica". Il rischio, ha concluso, "è quello di una sorta di corporativizzazione del Csm a tutela del singolo magistrato di per se stesso. É indispensabile intervenire quando c'è un attacco, un discredito, all'indipendenza e all'imparzialità del magistrato".