Manovra: per la Lombardia conto da 2,7 miliardi, rischio recessione Paese

economia
AdnKronos
Milano, 21 gen. (AdnKronos) (di Cristina Livoli) - La manovra colpisce la Lombardia più del resto d'Italia e presenta un conto da 2,7 miliardi di euro, con le imprese schiacciate tra l'aumento della pressione fiscale, la riduzione degli incentivi per gli investimenti privati e il blocco delle grandi opere che congela migliaia di posti di lavoro. Ma la Lombardia è la locomotiva del Paese e fermarla significherebbe mandare il Paese in sicura recessione. E' quanto emerge dai risultati di una analisi sugli interventi contenuti nella Legge di Bilancio realizzata da Antonio Misiani, capogruppo Pd in commissione Bilancio al Senato. La manovra, spiega Misiani all'Adnkronos, "è una sommatoria di promesse elettorali con molte criticità e finanziate a deficit" e "in Lombardia, che è il motore economico del Paese, gli effetti negativi di queste scelte rischiano di essere ancora più forti". Basti pensare che "se è vero che stata ridotta la tassazione sulle partite Iva, è altrettanto vero che sono state abrogate Iri, Ace e superammortamento; è stato ridimensionato il credito d'imposta per la ricerca e lo sviluppo, è stata inasprita la tassazione su banche e assicurazioni ed è stata introdotta una web tax che grava anche sulle imprese". Tutto questo, "considerando che la Lombardia da sola rappresenta il 28 per cento del reddito d'impresa dichiarato, vuol dire che sui 6.293 milioni di euro in più attesi dal gettito, 1.719 milioni peserebbero sulla sola regione lombarda". La minore indicizzazione delle pensioni, prevista dal comma 260 della legge di bilancio, inoltre, tra il 2019 e il 2021 secondo le nostre stime toglierebbe ai pensionati lombardi 921 milioni di euro, dal momento che "qui le pensioni sono mediamente più pesanti rispetto al resto d'Italia", mentre il mancato ripristino delle risorse relative al Fondo di solidarietà comunale sottrarrebbe ai comuni lombardi 106.627.709,23 euro, di cui 19.855.990,93 solo a Milano: "Oltre ad essere una legge di bilancio nemica della crescita -osserva Misiani - questa manovra è nemica del Nord". E "se a questo aggiungiamo il blocco delle grandi opere, ferme da mesi in attesa di una analisi costi-benefici che non arriva mai, la protesta è pienamente giustificata".

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