Roma, 9 gen. (AdnKronos) - "Dopo le elezioni Martina, come segretario del Pd, si pronunciò per un confronto con il Movimento Cinque Stelle. Ora che è il candidato di coloro che erano contrari persino ad un confronto tattico dice che non bisogna nemmeno parlarci. Ed accusa Zingaretti di ambiguità anche se egli è stato molto chiaro su questo punto”. Lodichiara in una nota il deputato e membro della Direzione Nazionale del Partito Democratico, Roberto Morassut.“Penso che con questo balletto il nostro congresso non farà un passo avanti - spiega Morassut - perché qui non si tratta di fare delle alleanze m di disancorare il Pd dalle secche, certamente anche rivoluzionando la sua natura. Il problema che dobbiamo porci coi Cinque stelle è: perché un gruppo dirigente scarso e obiettivamente incapace (Di Maio, Di Battista, Fico etc...) ha il sostegno del 30 per cento degli italiani? Costoro vanno smascherati. Ma c’è una precondizione: cambiare radicalmente noi. Nelle figure ma anche nel modo di stare nell’agone politico e sociale”. “Anche per questo ho parlato della imprescindibile necessità di superare una forma partito che non apre i battenti all’esterno ma riproduce solo se stessa. Rischiamo di fare come negli anni 20, quando i socialisti, i comunisti accusavano i fascisti di essere il braccio armato della reazione, dispensando solo insulti ed indignazione. Ma per capire che il fascismo era un movimento popolare e sociale profondo ci volle il carcere per Gramsci e la sua riflessione dei Quaderni. Fino a quando non concentreremo il nostro sforzo critico e libero per capire cosa è cambiato nel rapporto con la politica, le sue forme ed il modo di esercitare la partecipazione - conclude Morassut - continueremo a sparare nel vuoto tutta la nostra indignazione ed a lasciare che a interpretare il nuovo tempo siano questi sbandati, come lo erano Mussolini e i suoi dopo la Grande Guerra”.