Roma, 3 gen. (AdnKronos Salute) - Nel triennio 2014-2016 risulta in calo il numero di medici di base in Italia (-1,5%) e pressoché stabile il numero di pediatri (-0,7%). Si assiste però a un potenziamento del numero di posti letto nelle strutture sanitarie di assistenza residenziale (+4,4% dal 2014 al 2016), anche se permangono le differenze territoriali: i posti letto ordinari per mille abitanti restano superiori al Nord rispetto al Sud. Negli ultimi 5 anni le dimissioni ospedaliere per acuti hanno continuato a diminuire, nonostante l’invecchiamento della popolazione. E' quanto emerge dall'Annuario statistico 2018 dell'Istat.Il medico di famiglia rappresenta il principale riferimento per le cure di base del cittadino. I medici di medicina generale nel 2016 risultavano circa 44 mila. L’offerta era stabile rispetto all’anno precedente, con un valore di 7,3 medici ogni 10 mila abitanti nel 2016. La variabilità regionale passa da 6,7 medici ogni 10 mila abitanti nel Nord-ovest e Nord-est a 8,0 nelle Isole. Per quanto riguarda l’offerta di medici pediatri, sul territorio nazionale nel 2016 ne operano circa 7.700: 9,3 ogni 10 mila bambini fino a 14 anni con valori più bassi nel Nord-ovest (8,4 pediatri) e più alti nelle Isole (10,7). I medici di guardia medica nel 2016 sono 11.600 con un valore di 19,1 ogni 100 mila abitanti. Infine, nel 2016 sono circa 193 mila i posti letto in regime ordinario (regime che prevede la permanenza del paziente nella struttura per almeno una notte), con un trend in diminuzione rispetto agli anni precedenti. Anche il tasso di ospedalizzazione è in diminuzione, passando dal 111,5 per mille abitanti nel 2015 a 109,7 nel 2016.