Milano, 2 gen. (AdnKronos Salute) - E' un triste rito che si consuma dopo l'Epifania. Finite le feste, l'albero di Natale diventa un 'ospite scomodo' da rottamare e chi ne ha scelto uno vero - opzione sulla carta più ecologica - si trova a doverne decidere il destino. L'epilogo nella stragrande maggioranza dei casi è uno soltanto: la discarica. Soprattutto quando le radici sono state tagliate. Tolto un manipolo di 'cuori verdi' che tenta di salvarli ripiantandoli, milioni di alberi non vivranno mai una seconda vita. Uno studio realizzato in Gb mostra però che una via alternativa è possibile e potrebbe promuovere gli alberi di Natale 'pensionati' a paladini dell'ambiente, in grado di contribuire alla salvezza del Pianeta.Come? Trasformandoli in vernici e dolcificanti per alimenti, suggerisce il lavoro condotto dall'università di Sheffield. Gli alberi di Natale, spiegano gli autori, hanno centinaia di migliaia di aghi che impiegano molto tempo a decomporsi rispetto alle altre foglie. Quando marciscono emettono grandi quantità di gas serra che poi contribuiscono all'impronta di carbonio (carbon footprint) del Regno Unito, come degli altri Paesi. Ma Cynthia Kartey, studentessa Phd del Dipartimento di ingegneria chimica e biologica dell'ateneo britannico, ha scoperto che proprio da sostanze chimiche estratte dagli aghi di pino quando vengono lavorati è possibile ottenere prodotti utili. Con un vantaggio in più: ridurre le emissioni. La stima per la sola Gran Bretagna è che ogni anno 7 milioni di alberi di Natale finiscano in discarica, su circa 8 mln di alberi 'naturali' che vengono acquistati. Avviare il processo suggerito dalla ricerca azzererebbe gli sprechi e alleggerirebbe la pressione sui servizi di gestione dei rifiuti. "Vedo i rifiuti da biomassa come una potenziale fonte alternativa di materie prime per l'industria chimica", evidenzia Kartey alla 'Bbc'. Per esempio, fa notare, alcune delle sostanze presenti negli aghi di pino sono un ingrediente attivo nel profumo. E mettere in campo processi virtuosi per restituire nuova vita a qualcosa che altrimenti diventerebbe rifiuto potrebbe rafforzare scelte green. Oggi infatti, nonostante sia cresciuta l'attenzione ai problemi causati dalla proliferazione globale della plastica, la popolarità degli alberi di Natale artificiali continua a crescere. Identificando il valore degli alberi sotto forma di potenziale materia prima per l'industria chimica, sarebbe economicamente ragionevole inviarli alle bioraffinerie, ragiona Kartey. Il componente principale degli aghi di pino (fino all'85%) è un polimero complesso noto come lignocellulosa. La complessità di questo polimero rende l'uso degli aghi di pino come prodotto per l'energia da biomassa "poco attraente e inutile per la maggior parte dei processi industriali", evidenziano gli esperti. "La mia ricerca - continua Kartey - si è concentrata sulla scomposizione di questa complessa struttura in semplici prodotti chimici industriali ad alto valore, come gli zuccheri e i composti fenolici, che vengono utilizzati in prodotti come detergenti domestici e collutori".Con l'aiuto di calore e solventi come il glicerolo, che è economico ed ecologico, continua l'esperta, la struttura chimica degli aghi di pino viene scomposta in un prodotto liquido (bio-olio) e un sottoprodotto solido. Il bio-olio contiene tipicamente glucosio, acido acetico e fenolo. Queste sostanze sono utilizzate in molte industrie: il glucosio nella produzione di dolcificanti per alimenti, l'acido acetico per la produzione di vernici e adesivi per esempio. Il processo, assicura la scienziata, è sostenibile e genera zero sprechi in quanto il sottoprodotto solido può essere utile anche in altri processi chimici industriali. Possono essere usati sia alberi freschi che più vecchi e abbandonati. "In futuro - immagina Kartey - l'albero che ha abbellito la nostra casa durante il periodo natalizio potrebbe essere trasformato in vernice per decorarla ancora una volta". Se gli aghi venissero raccolti dopo le feste e trattati così, concludono gli autori, le sostanze chimiche ricavate potrebbero sostituire quelle meno sostenibili attualmente utilizzate nell'industria. "L'uso della biomassa derivata dalle piante per produrre combustibile e prodotti chimici attualmente ricavati da risorse fossili svolgerà un ruolo chiave nella futura economia globale - chiosa James McGregor, collega di Kartey nell'ateneo britannico - Il nostro gruppo sta studiando come ottenere prodotti di valore da una varietà di rifiuti organici, dalle risorse forestali ai cereali usati dall'industria della birra".