Roma, 31 ott. (AdnKronos) - "Il divario di crescita tra l’Italia e il resto dell’area dell’euro è un problema strutturale che non può essere risolto con politiche di stabilizzazione monetaria e un’espansione del bilancio pubblico. La sua causa principale è la bassa produttività delle imprese, che hanno risposto con ritardo al drastico cambiamento tecnologico avviatosi un quarto di secolo fa: in questo periodo le imprese italiane hanno innovato in misura generalmente insufficiente e sono cresciute poco". Così il Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco nel corso del suo intervento alla Giornata mondiale dei Risparmio a Roma. Inoltre, osserva, "l’Italia ha una popolazione più anziana di quella degli altri paesi e un tasso di partecipazione al lavoro più basso; le conoscenze e le competenze di giovani e adulti sono inferiori a quelle degli altri cittadini europei. La pubblica amministrazione è poco efficiente e le condizioni per fare impresa sono meno favorevoli che nel resto d’Europa. Sono minori gli investimenti, pubblici e privati".Questi ritardi, aggiunge Visco, "sono più gravi nelle regioni meridionali, dove le imprese sono in media meno produttive e più piccole, dove negli ultimi dieci anni la popolazione in età da lavoro è calata, a fronte di un aumento nel Centro Nord, e dove il tasso di partecipazione al lavoro è di oltre 15 punti percentuali più basso. È assolutamente necessario migliorare la qualità delle istituzioni a livello locale, favorire lo sviluppo dell’attività di impresa, rafforzare l’istruzione e la formazione: circa un terzo dei giovani tra i 15 e i 29 anni non studia né lavora, contro poco più di un sesto al Centro Nord".