(AdnKronos) - (Adnkronos) - L’esclusione di questi due campi di azione, di non poco rilievo, anzi a segnare una distanza netta da simili fenomeni, non ha però distolto l’attenzione degli operatori della Polizia Postale e delle Comunicazioni i quali, a seguito di una segnalazione pervenuta al Compartimento di Catania, hanno dato il via ad una minuziosa indagine dalla quale è emerso che i servizi pubblicamente offerti costituivano illecite e pericolose intrusioni nelle comunicazioni informatiche e telematiche. Nello specifico, gli hacker mettevano a disposizione le proprie “professionalità” per recuperare password di social network o di account e-mail, installare software spia per carpire i dati di whatsapp, forzare sistemi di sicurezza privati e aziendali riuscendo, persino, a modificare i voti universitari. All’individuazione degli hacker, si è arrivati grazie all’analisi dei flussi monetari delle carte di credito comunicate agli utenti per effettuare l’accredito del pagamento degli illeciti servizi, caratterizzati da movimentazioni anomale per numero e per importi.