Imprese: contratto tra Confapindustria Emilia Romagna e produttori pomodoro

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AdnKronos
Parma, 18 mag. (Labitalia) - E’ stato firmato nella notte, a Parma, il contratto tra le aziende di Confapindustria Emilia Romagna e le maggiori associazioni di agricoltori del Nord, dove si produce il 50% del pomodoro italiano (Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto e Toscana). Le industrie pagheranno 85,20 euro a tonnellata agli agricoltori produttori dell’oro rosso. La produzione è stata fissata in 2 milioni e 550mila tonnellate, se verrà superato tale limite scatteranno le penalizzazioni per i produttori. "Esprimiamo soddisfazione per la chiusura della trattativa -ha sottolineato Cristian Camisa, presidente Confapindustria Emilia Romagna- in un comparto fondamentale per territorio. Siamo consapevoli che, sia la parte agricola sia quella industriale, si siano fatti grossi sacrifici per arrivare a una sintesi utile allo sviluppo di entrambi i comparti". Quello del pomodoro e delle sue trasformazioni è un settore importante che vede l’Italia protagonista anche a livello internazionale. Nel 2015 la produzione è stata di 5,3 milioni di tonnellate (+9,9% rispetto al 2014). Poco più di 2 milioni di tonnellate soddisfano il mercato interno (39%), mentre il resto è destinato all’export. Il nostro Paese è il terzo produttore al mondo dopo la California e la Cina, ma è il primo per valore di conserve, polpa, pelati, passate e concentrato: il 61% del pomodoro destinato all’export genera infatti, secondo i dati del 2014, un business di 6,4 miliardi di dollari. L’Italia, che vanta una quota pari al 34% di questo fatturato, precede Cina, Usa, Paesi Bassi e Portogallo. Il primo mercato è l’Europa, seguito da Stati Uniti, Giappone e Australia. Negli ultimi anni, le nostre produzioni hanno raggiunto con successo nuovi mercati, tra cui i Paesi Bric e quelli dell’area del Golfo Persico.

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