(AdnKronos) - “Questo fenomeno è solo nella sua fase iniziale e non è temporaneo", spiega Novelli, " negli Stati Uniti hanno iniziato a risentirne dalla fine dello scorso anno, in Giappone dall'estate scorsa, mentre l'Europa ne risentirà tra circa sei mesi. Nel frattempo i principali driver della crescita Usa, come i settori energia e auto, hanno iniziato a cedere: nonostante la piena occupazione i consumi si sono rivelati sorprendentemente deboli anche con il calo dei prezzi energetici”. Secondo Biondo, in caso di una nuova recessione, la cui probabilità sta aumentando per i prossimi due anni, le banche centrali potrebbero utilizzare misure sempre più spregiudicate, inclusa la cancellazione del debito pubblico detenuto o il trasferimento a pioggia di denaro al settore privato (“QE for the people”), mentre tassi di riferimento molto negativi appaiono meno probabili per le distorsioni indotte dentro il sistema finanziario. Le conseguenze sui mercati tradizionali sarebbero molto pesanti, imponendo un ricorso sempre maggiore a investimenti alternativi e a investimenti protettivi contro scenari estremi.Sul fronte del mercato italiano, Andreani ritiene invece che, seppur all’interno di un contesto macro globale complicato, si stia vivendo una fase di ripresa, dopo i crolli avvenuti durante la recessione. "L’Italia -ha detto- si trova in una fase del ciclo interno ancora molto giovane, considerato che il 2016 sarà solo il secondo anno di crescita positiva, anche se lenta, dopo anni di recessione. I consumi e gli investimenti sono in fase di crescita, ma con molto spazio di miglioramento da questi livelli".