Ricerca: Battiston (Asi), necessario creare un ponte con le industrie

economia
AdnKronos
Milano, 13 mag. (AdnKronos) - Finché i giovani laureati sceglieranno di andare all'estero a lavorare, vorrà dire che in Italia c'è ancora qualcosa che non funziona. Bene l'investimento di 2,5 miliardi di euro che il Governo ha destinato per i prossimi tre anni alla ricerca, ma bisogna creare un ponte che la colleghi alle industrie, e quindi al lavoro. Lo dice Roberto Battiston, presidente dell'Asi (Agenzia spaziale italiana), sottolineando che "stiamo perdendo i nostri figli, che formiamo in questo Paese pagando noi le tasse. Per poi vederli scappare". Ma se in Italia ci sono eccellenze, e di questo Battiston ne è convinto, come possiamo riuscire a tenere i giovani nel nostro Paese? Secondo il presidente dell'Asi bisogna creare "un collegamento tra ricerca e industria, che da noi è ancora un punto di debolezza. Per farlo non bastano gli investimenti, che comunque aiutano. Servono politiche continue nel tempo, selezione dell’eccellenza, rispetto del merito e l'utilizzo delle competenze dei giovani".I giovani, appunto. Battiston fa notare che la ricerca è legata anche all'età di chi la fa. "Idee, energia, obiettivi e sogni di un ricercatore sono particolarmente forti quando uno inizia la carriera di ricerca. Quando arriva a una certa età diventa più gestione dei rapporti delle risorse e formazione. Non bisogna far scappare i giovani"."Secondo me - dice Battiston - la cartina tornasole è questa: quando vedremo i nostri figli, che hanno studiato, decidere di investire nel nostro Paese, sarà la misura che abbiamo messo in moto un meccanismo che ci permetterà di cambiare in meglio". Il punto forte dell'Italia, secondo il presidente dell'Asi, sono le "enormi risorse di cui ha a disposizione. Siamo al settimo posto come potenza industriale e vuol dire che se riusciamo a investire in modo giusto, riusciamo a diventare meglio di quello che già siamo. Il fatto che siamo ancora in piedi e non in ginocchio, dopo tutti gli investimenti dei decenni passati che non hanno dato i risultati attesi, vuol dire appunto che abbiamo risorse straordinarie".

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