Roma, 13 mag. (AdnKronos) - L'avviso di garanzia per il sindaco di Parma Federico Pizzarotti era arrivato a febbraio, ma solo ieri, in serata, i vertici M5S l'hanno appreso da fonti stampa. Nei contatti tra lo staff delle comunicazione di Roma e gli uomini del sindaco ducale era stato detto, assicurano fonti 5 Stelle all'Adnkronos, che il primo cittadino aveva saputo di essere stato indagato solo da qualche giorno. Così ieri sera, per i vertici del Movimento, la data di febbraio ha assunto il sapore amaro della beffa. Alla quale si è aggiunto il mancato invio di copie dei documenti richiesti, a partire dall'avviso di garanzia. Da qui, la decisione di sospendere il sindaco 'ribelle', con cui da tempo non correva buon sangue."Nogarin ci ha messo al corrente di tutto - spiega una fonte del Movimento - ci ha girato tutte le carte, ha informato il Movimento e i livornese, che hanno saputo dell'avviso di garanzia in tempo reale. Pizzarotti ha preso in giro tutti, con un atteggiamento che cozza con i valori del Movimento. E' mancata trasparenza".Da Parma fanno notare che i contatti tra Pizzarotti e i vertici erano interrotti ormai da mesi. Più volte il sindaco ducale aveva cercato sponda nel direttorio, soprattutto dopo che in consiglio comunale era nato un gruppo 'clone' del M5S capitanato da due consiglieri 'anti-pizzarottiani'. Il sindaco aveva chiesto l'intervento di Di Maio, Fico, Di Battista e gli altri, ma senza ottenere alcuna risposta.