Mafia: blitz Palermo, così il consigliere comunale chiedeva il pizzo (2)

cronaca
AdnKronos
(AdnKronos) - A lavori iniziati, però, in cantiere si presentò proprio Zarcone, allora boss, oggi collaboratore di giustizia, per riscuotere il pizzo. E quando l'imprenditore gli disse che aveva già concluso la 'pratica con Martorana, il boss spiegò di non sapere di quella pratica. "Qualche tempo dopo fui convocato da Zarcone insieme a Martorana" ricorda l'imprenditore. Il consigliere comunale, però, negò che i soldi ricevuti servissero per la messa a posto, spiegando che era il proprio compenso per la mediazione per l'acquisto dei terreni. Così l'imprenditore fu 'invitato' a pagare nuovamente. "Zarcone mi disse che era necessario integrare la messa a posto di ulteriori 15mila euro - ricorda la vittima -, in quanto i primi 20mila euro da me versati non erano arrivati a lui". Il denaro non fu mai versato perché Zarcone, oggi pentito, fu nel frattempo arrestato. A mettere nei guai Martorana è anche un altro pentito Vincenzo Gennaro. "Per molte cose al Comune ci si rivolgeva a lui - ha raccontato ai magistrati - al Comune di Santa Flavia e lui risolveva i problemi, molte cose a livello di..., c'erano queste concessioni, c'erano queste autorizzazioni e lui tranquillamente...".

Leggi anche