Roma, 12 mag. (AdnKronos) - "Ma cosa stiamo diventando?", si chiede un senatore M5S. Il Pd morde, ma -a quanto apprende l'Adnkronos- all'interno del Movimento non manca fuoco amico contro il direttorio e la linea della prudenza decisa dai vertici, prima su Livorno e poi su Parma, con i due primi cittadini grillini raggiunti da avvisi di garanzia. Il direttorio fa quadrato, prima sul fido Nogarin, poi sul 'ribelle' Pizzarotti. Ma non tutti nel Movimento apprezzano.I malumori si registrano soprattutto tra i 'falchi' del Movimento. Qualcuno pensa addirittura di chiamare in causa Grillo e investirlo della questione. "Un errore dopo l'altro - accusa un deputato - si è sbagliato su Quarto, si persevera nell'errore. Non sta a noi decidere cosa fare ma devono scegliere i cittadini, tornando alle urne. E vale per Pizzarotti, ma anche per Nogarin". Sul banco degli imputati finisce soprattutto il direttorio. "Anche perché - fa notare un senatore - se il blog tace, qualcosa vorrà pur dire". Ovvero "che la linea della prudenza è caldeggiata soprattutto da Di Maio e gli altri".Ma c'è chi punta il dito anche sui presunti errori commessi mediaticamente. "Di Battista - fa notare un deputato - l'altro giorno era in tv con una piovra dietro a simboleggiare le malefatte del Pd. Una pagliacciata. Si manda un messaggio altamente empatico e poi si pretende dai cittadini capacità di analisi, gli opportuni distinguo tra noi e gli altri. Che amarezza...".