Venezia, 11 mag. (AdnKronos) - Una porzione sempre più ampia di credito al consumo passa attraverso piattaforme digitali estranee alle banche. Il fenomeno, noto come prestito peer-to-peer, sta colmando una lacuna del sistema bancario, restio a sostenere i consumi delle famiglie quando i rischi sono elevati. Dove non arrivano le banche, quindi, sta arrivando la tecnologia. Lo dimostra uno studio realizzato da tre economisti che hanno indagato questo mercato in Europa, analizzando le transazioni gestite dalla più importante piattaforma di prestito “p2p” tedesca e i prestiti effettuati dalle banche tedesche usando i dati della Bundesbank.La ricerca è stata firmata da Loriana Pelizzon, professoressa al Dipartimento di Economia dell’Università Ca’ Foscari Venezia e alla Goethe University di Francoforte, con Calebe de Roure (Frankfurt School of Finance and Management) e Paolo Tasca (Bundesbank, UCL e Ecurex Research).Lo studio, pubblicato su Social Science Research Network (www.ssrn.com), cerca di rispondere al perché tanti consumatori si rivolgano ai canali informali dei prestiti online anziché alle banche, interesse dimostrato anche dal volume delle ricerche inerenti effettuate su Google. Questi consumatori sono individui e famiglie considerati ad alto rischio che hanno bisogno di piccole somme per periodi medio-lunghi: da 1 a 5 anni.