(AdnKronos) - Roma. "Le piccole e medie imprese sono l’asse portante dell’economia italiana: il loro peso sulla struttura produttiva della nostra economia è superiore a quello osservato nelle altre maggiori economie avanzate". Tuttavia, "non sempre però le pmi hanno saputo attrarre l’attenzione del policy maker come sarebbe stato giustificato dal loro rilievo relativo sull’economia". E' quanto rileva uno studio di Ref.ricerche presentato in occasione dell'assemblea annuale di rete Imprese Italia. "Fra i fattori che hanno storicamente frenato l’attività delle Pmi si possono quindi annoverare anche i limiti delle politiche, non sempre disegnate per favorire la crescita delle aziende di dimensione inferiore" si legge nella ricerca. Le pmi italiane stanno affrontando oggi sfide importanti legate al cambiamento strutturale imposto dai mutamenti nella tecnologia e dalla globalizzazione dell’attività economica. Il radicamento nel territorio e i legami con il tessuto produttivo locale, tradizionale punto di forza di molte imprese, soprattutto quelle appartenenti ai distretti produttivi, non può più bastare. Il contesto economico nel quale le pmi hanno dovuto affrontare il processo di trasformazione è stato però negli ultimi anni molto più sfavorevole rispetto alle altre maggiori economie. La caduta della domanda in Italia, le difficili condizioni di accesso al credito, l’andamento crescente della pressione fiscale, hanno delineato nell’ultimo decennio un ambiente economico che ha mortificato la capacità di investire delle nostre imprese.