Roma, 3 mag. (AdnKronos) - “Come al solito ad andarci di mezzo sono i piccoli risparmiatori. Quelli che pagano più di tutti la mancata quotazione in Borsa della Popolare di Vicenza. Hanno visto le loro azioni dapprima ridursi da 62,5 a 6,30 euro. E poi quasi azzerarsi a 0,10 centesimi. Ora sono intrappolati nella proprietà di una banca che ormai vale poco o nulla. Non hanno nemmeno un mercato per uscire dall’azionariato o, eventualmente, per acquistare nuovi titoli e così abbassare il valore di carico della partecipazione”. A sostenerlo i deputati del M5S.“Bisogna andare a fondo nelle malefatte che hanno contraddistinto la gestione dell’istituto durante l’era Zonin - rincarano - Il problema è che le nostre autorità nazionali di vigilanza, Bankitalia in testa, hanno avuto rapporti troppo stretti, diremmo incestuosi, con la banca vicentina e il regolatore non può agire bene se si trova in conflitto di interessi”.“Dobbiamo mandare a casa un governo che consente alle banche di fare il bello e il cattivo tempo, dall’erogazione dei mutui fino alla possibilità di appropriarsi delle case degli italiani senza passare dal giudice e di venderle attraverso le proprie società immobiliari. E tutto ciò mentre i soliti furbetti scappano con il malloppo sottoforma di buonuscite milionarie. Abbiamo una proposta di legge per una Commissione di inchiesta sui crimini bancari. E’ uno strumento - concludono i Cinquestelle - che ci consentirebbe di vedere tutte le carte e di legiferare in modo avveduto. Il Parlamento non può più perdere tempo”.