venezia, 3 mag. (AdnKronos) - "Non sapevo di non poter usare Facebook e l'ho fatto per contattare i miei figli, senza voler urtare alcuna sensibilità. Non userò più i social". Lo ha detto Doina Matei, condannata a 16 anni per l'omicidio di Vanessa Russo a una fermata della metro a Roma nel 2007, oggi davanti al Tribunale di sorveglianza di Venezia, rilasciando dichiarazioni spontanee, nel chiedere di riottenere la semilibertà, che le è stata sospesa per l'uso appunto di Fb con la pubblicazione di alcune foto. L'udienza, su richiesta della stessa Matei, si è svolta a porte chiuse, ma a riportare le parole della donna è stato il suo legale Nino Marazzita che ha sottolineato che "il comportamento della magistratura veneziana di fronte ad una vicenda così delicata è stato esemplare". "Confidiamo - ha detto Marazzita che difende Doina assieme a Carlo Testa Piccolomini - sull'apporto del Pg che ha detto che il comportamento della Matei non è un vulnus che interrompe il processo educativo'". A sostegno della richiesta di ritorno alla semilibertà per la loro assistita, i legali della Matei hanno portato numerose testimonianze e dichiarazioni scritte sul suo comportamento irreprensibile nel suo iter carcerario, tanto che non aver mai utilizzato in modo improprio neppure il telefono cellulare di cui si era dotata.