Roma, 2 mag. (AdnKronos) - Il referendum sulle riforme come un "grande bivio", "una divisione forte tra l'Italia che dice sì e l'Italia che sa solo dire no". Matteo Renzi ha aperto così, da Firenze, la campagna per il Sì annunciando l'obiettivo di "10mila comitati in tutta Italia". La macchina è partita. Dal basso, innanzitutto. Poi arriveranno i testimonial. Per ora si comincia dal coinvolgimento dei cittadini. Con una campagna vecchio stile. "Casa per casa", ha detto più volte oggi il premier. "Nessuno si senta escluso".Per una parte del Pd, però, la partecipazione al Sì non è scontata. Anzi. Nella minoranza dem cresce la tentazione del No. Ne ha scritto nei giorni scorsi anche l'ex-portavoce di Pier Luigi Bersani, Stefano Di Traglia. "Il Pd può e deve dare spazio al suo interno anche ai comitati per il no: sarebbe un segno di autorevolezza che consentirebbe di mantenere un rapporto con tanti nostri iscritti ed elettori che la pensano in questo modo".Insomma l'ipotesi di 'contro-comitati' è dietro l'angolo. Per ora resta la posizione critica del documento Speranza-Cuperlo-Lo Giudice diffuso subito dopo l'ultimo ok alle riforme a Montecitorio. "Renzi è già partito? Bene, noi non seguiamo l'agenda di Renzi. Aspettiamo le amministrative", si spiega dalla minoranza. Sia in vista del referendum che della possibilità di ottenere modifiche all'Italicum.