Milano, 2 mag. (AdnKronos Salute) - Gli ispettori del ministero della Salute sono arrivati oggi a Milano per dare il via alle verifiche sul caso di Claudia Bordoni, la 36enne incinta morta giovedì 28 aprile, con le gemelline che portava in grembo, alla clinica Mangiagalli (Policlinico di Milano). La donna, prima di approdare nella struttura di via della Commenda, era stata anche in altri due ospedali, in quello di Busto Arsizio (Varese) e al San Raffaele. E stamattina la task force ministeriale, per ricostruire il percorso affrontato dalla paziente e acquisire tutte le informazioni necessarie, ha fatto tappa non solo al Policlinico, ma anche nell'Irccs di via Olgettina. Nessun contatto ancora con l'ospedale di Busto, dove la donna - ricostruiscono dalla struttura - è stata ricoverata dal 3 al 7 aprile, perché manifestava delle piccole perdite compatibili con una placenta bassa. Una condizione constatata dai medici che l'hanno tenuta in osservazione per 4 giorni fino a quando, su richiesta della stessa paziente di vedere il proprio ginecologo, sono state concordate delle dimissioni protette.