Expo: giudici Atene, no indagati in Italia, non riconosciamo responsabilità collettiva

cronaca
AdnKronos
Milano, 20 apr. (AdnKronos) - "La responsabilità collettiva non è riconosciuta nel diritto penale greco che contempla solo la responsabilità individuale". E' questo uno dei passaggi delle motivazioni con cui i giudici di Atene hanno respinto la richiesta di estradare in Italia 5 giovani destinatari di un'ordinanza di custodia cautelare nell'ambito dell'indagine sulla manifestazione 'No Expo' del primo maggio dello scorso anno.I giudici ellenici ricordano che non esiste nel loro codice il reato di devastazione e saccheggio contestato dalla Procura di Milano. Invece, "per il reato di resistenza alle autorità sono necessari diversi requisiti come la violenza o la minaccia contro un ufficiale dello Stato nello svolgimento del suo servizio che però non viene attribuita nel caso specifico". Nelle motivazioni si sostiene che i fatti contestati in Italia sono puniti in Grecia con la reclusione da 6 anni a 5 anni e sono considerati "reati minori per i quali non è previsto l'arresto prima del processo". "Il ricercato - si legge nel provvedimento della Corte d'Appello di Atene- fermato a Milano il 2 maggio 2015 senza che gli venisse fatta alcuna accusa è stato trattato come se fosse indagato senza che però gli venissero riconosciuti i diritti minimi, senza che gli fosse fornito un interprete e senza il permesso di consultarsi con l'avvocato". Per i giudici greci, non si può quindi dare esecuzione al mandato di arresto europeo, mentre potrà essere valutata l'eventuale celebrazione di un processo in Grecia. Oggi, intanto, si apre a Milano il processo con rito abbreviato, condizionato alla testimonianza di un consulente della difesa, a carico di altri 4 partecipanti (un quinto è ancora latitante) alla manifestazione del primo maggio.

Leggi anche